22 novembre 2011

Doveva decidere lui

Fra quelli renitenti alla leva, vennero anche mio fratello Giovanni e il suo inseparabile amico Castellani, che erano andati a vivere presso uno zio di questi, in Viale Mazzini. Se ne andarono così a Monte Morello [...]. Quando i miei genitori seppero il suo proposito mi scongiurarono di convincere Giovanni a rimanere nascosto dov'era, ma si trattava della sua vita e doveva decidere lui. Io non avrei potuto che ripetergli i pericoli a cui andava incontro sia in montagna che in città (cose che sapeva bene anche lui); e così feci.

(Da Gilda Larocca, La Radio Cora di Piazza d'Azeglio e le altre due stazioni radio, Firenze, Giuntina, 2004, pp. 35-36)

18 novembre 2011

Notte invernale

Quando le montagne si tolgono il camice bianco arrivano in visita gli uccelli. Il medico prende l' oscurità e la versa in una tazza, poi scompare nella notte invernale del suo ufficio. Fuori volteggia un tempo alato, dall' azzurro cristallino a una spiaggia tenebrosa. La neve sui pendii si risveglia dal suo sonno. Quando gli uccelli se ne vanno la feccia viene gettata via. L'azzurro esiliato bussa alla finestra. Nel buio dormono alberi silenziosi.

Da Angeli dell'universo di Einar Már Guðmundsson

14 novembre 2011

Post impopolare.


(fantascienza?)
Una ventina di giorni fa è morto un ragazzo. In moto, un incidente del cazzo.
Non conoscevo quel ragazzo, praticamente non mi interesso di sport, non ho la tv.
Nei giorni dopo c'è stato lo show solito in questi casi. Ormai sembra un rito collettivo irrinunciabile. Il rito intorno alla morte c'è sempre stato, ora diventa globale. Jacko, Jobbs eccetera. Non è di questo che voglio parlare però. Grazie allo show ho scoperto chi era quel ragazzo. Non ho approfondito, ma ho visto la sua faccia, ho letto l'elenco dei suoi successi.
Ho riflettuto che in effetti non me ne importava granché. E' brutto da dire, ma credo che sia anche comprensibile. Muoiono troppe persone, molte giovani, per strada. Mi dispiace un po' per ognuna. Muoiono tante persone sul lavoro, troppe per fame e così via. Mi dispiace per ognuna. Per il potenziale che se ne va, per i cari che lasciano. Tolta questa tara, che se fosse appena più che infinitesimale mi distruggerebbe ogni giorno leggendo il giornale o aprendo internet, non riesco a potermi dispiacere se muore qualcuno che non conosco, di cui non conosco le vicende umane, private, mondane.
Il giorno dei funerali stavo andando al lavoro in scooter. Prendo una strada tra i campi per evitare il traffico, cerco di rispettare i limiti di velocità e le distanze di sicurezza. Davanti a me ho un camion che trasporta patatine. Dietro c'è una foto a grandezza naturale di quel ragazzo, che dice che dopo aver fatto il pieno va a tutto gas.
Ieri invece ho visto il cartellone pubblicitario di una marca una volta italiana di jeans. C'era il ragazzo, fotografato da vivo, accanto aveva bello grosso il logo dei jeans che si ripeteva sulla sua felpa. Insieme al logo una scritta abbastanza idiota, del tipo 'sarai sempre con noi' o 'saremo sempre con te'.